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Poste Italiane. Sciopero il 3 giugno
I sindacati di categoria Slc/Cgil e UILposte hanno indetto uno sciopero dell’intero turno di lavoro per tutti i dipendenti di Poste Italiane martedì 3 giugno. In Alto Adige sono interessati 800 addetti.
Il segretario dei postali della Cgil/Agb, Thomas Taschler, chiarisce i motivi che hanno indotto a chiamare le lavoratrici e i lavoratori alla mobilitazione: “È il naturale prosieguo della vertenza che stiamo portando avanti da mesi contro le riorganizzazioni di Poste Italiane che produrranno pesanti ricadute per i lavoratori. In secondo luogo, per rivendicare con forza che gli ottimi risultati economici che sta conseguendo l’azienda sono il frutto dell’impegno quotidiano dei lavoratori. E’ ora che a questo impegno corrisponda un riconoscimento adeguato, sia in termini di incremento del premio di risultato, sia attraverso interventi risolutivi sulle stabilizzazioni dei precari, sulle trasformazioni a full time dei part time involontari, sulle mobilità volontarie”.
Lo sciopero del 3 giugno sarà l’occasione per ribadire la totale contrarietà di Slc/Cgil alla decisione del Governo di cedere le quote azionarie di Poste in possesso del ministero dell’economia e delle finanze. Per la categoria, Poste Italiane è un presidio sociale, radicato su tutto il territorio nazionale, e come tale deve rimanere pubblica.
La data del 3 giugno arriva in un momento particolare per tutta la Cgil. L’8 e il 9 giugno si voterà infatti per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza. “La vertenza di Poste si inserisce perfettamente nella campagna referendaria: lotta alla precarietà, salute e sicurezza, diritto alla reintegra anche per i lavoratori assunti dopo il 2015”, conclude Taschler in una nota.
Intercomparto. Flc Scuola e Funzione pubblica non firmano l’ennesimo contratto-stralcio
Le assemblee di entrambe le categorie hanno deciso di non firmare il contratto-stralcio con l’ultima “una tantum” a ristoro dell’inflazione per il triennio 2022/24 ormai trascorso.
Il contratto chiude le trattative senza aggiornare le tabelle stipendiali all’inflazione 2022/24. “Si tratta – affermano i segretari Fp, Angelika Hofer, e Flc Stefano Barbacetto – di una novità inaudita".
Con una ‘Lettera d’intenti’ priva di valore giuridico, la politica e la delegazione pubblica promettono adeguamenti stipendiali in autunno. “Temiamo però – continuano i segretari – che la confusione sul triennio di pertinenza metterà a rischio i finanziamenti per affrontare l’inflazione futura”.
Il contratto non firmato prevede un arretrato “una tantum” tra 956,41 e 1.745,12 euro lordi, da sommare ai due acconti ricevuti in precedenza. Secondo le stime Cgil, la somma non basta a risarcire l’inflazione subita nel 2022/24.
Non è mantenuta neppure la promessa politica di regalare a tutti i dipendenti un abbonamento gratuito ai mezzi pubblici. Da questo privilegio, non richiesto dai sindacati, sarà escluso proprio chi ne ha più bisogno: i dipendenti pubblici a termine e i supplenti con contratti inferiori all’anno. A quanto riferisce l’Agenzia per le contrattazioni, sarebbe tecnicamente impossibile dare ai precari un abbonamento a termine, simile a quello concesso ai turisti.
Luisa Gnecchi presidente di Auser Bolzano Alto Adige
Luisa Gnecchi è la nuova presidente di Auser Bolzano Alto Adige. Si è svolta l'assemblea dei delegati della Federazione: all'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente. L'assemblea, all'unanimità, ha eletto Gnecchi che prende il posto del compianto Orfeo Donatini.
"Con Orfeo abbiamo percorso un lungo tratto di strada per garantire ai nostri anziani numerosi servizi e offerte di tempo libero. Il nostro impegno sarà quello di proseguire su questa strada", così la neo presidente, già fondatrice di Auser Bolzano Alto Adige e finora vice presidente. Dal 2018 Gnecchi svolge l'attività di volontaria ed è presente ogni lunedì mattina con lo Sportello Sociale
Auser Bolzano Alto Adige, associazione per l'invecchiamento attivo, conta quasi mille soci. Fa parte della rete nazionale Auser presente in tutto il Paese con oltre 1600 sedi ed oltre 45000 volontari.
Settore Agroalimentare. Presidio davanti al Commissariato del Governo
“Chiediamo l'insediamento della sezione territoriale della ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’ in Provincia di Bolzano e l'ulteriore potenziamento di quella di Trento”. Lo hanno chiesto, al presidio che si è tenuto a Bolzano davanti al Commissariato del Governo, le segretarie della categoria che rappresenta i lavoratori dell'intera filiera dell'agroalimentare Anita Perkmann (Flai Bolzano) ed Elisa Cattani (Flai Trento).
“Si tratta di uno strumento importante per la prevenzione del lavoro irregolare e dello sfruttamento, ma anche per la prevenzione di potenziali fenomeni di caporalato ed infiltrazioni”, spiegano Perkmann e Cattani in una nota congiunta. La “Rete del lavoro agricolo di qualità” a livello nazionale consiste invece in un elenco, depositato presso Inps (istituita dalla legge 199 del 2016) dove le aziende virtuose, che si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, possono accreditarsi.
In Provincia di Bolzano in agricoltura nel 2023 gli occupati, tra indeterminati e determinati, sono stati circa 29 mila con una media di 88 giornate lavorative per occupato, a Trento quasi 26 mila con 86 giornate lavorative medie.
La mobilitazione è stata indetta a livello nazionale dalla Flai Cgil. Il presidio è stato organizzato a Bolzano proprio per chiedere per entrambe le Province maggiore prevenzione e tutela per i lavoratori in settori quali l'agricoltura e alcuni spezzoni della filiera di trasformazione, come il mondo delle carni, dove lavoro "grigio" e potenziale reato di caporalato sono emersi grazie anche all'operato del sindacato. L’anno scorso la Flai dell’Alto Adige ha denunciato un caso di caporalato, di cui sono state vittime quattro giovani braccianti marocchini, sfruttati da un loro connazionale, utilizzato da aziende locali come intermediario. La Flai di Trento nell’agosto 2024 ha fatto partire una denuncia di sfruttamento e potenziale reato di caporalato ai danni di 14 lavoratori operai agricoli impiegati nella raccolta dei piccoli frutti.
La categoria chiede maggiori controlli degli enti preposti e delle strutture provinciali anche su quegli spezzoni di filiere dell'agroalimentare dove intervengono appalti e subappalti, come disosso, facchinaggio e pulizie nelle industrie di trasformazione della carne. “In questi ambiti sono più frequenti situazioni di sfruttamento, ma anche infortuni sul lavoro”, precisano le segretarie.
“Il settore che rappresentiamo è tra quelli più precari e con meno tutele, quindi a maggior ragione come categoria ci teniamo a ribadire l'importanza di votare l'8 e il 9 giugno per dire sì 5 volte sui temi del lavoro e della cittadinanza, proposti dai referendum abrogativi. Solo rendendoci parte attiva anche attraverso il voto potremo, se il quorum sarà raggiunto, produrre modifiche a quelle odiose leggi che chiediamo di modificare a tutela di lavoratrici e lavoratori e dell'intero mondo del lavoro”, concludono Perkmann e Cattani.