Acciaierie, i sindacati chiedono il ritiro immediato del bando provinciale e l’apertura di un tavolo di concertazione


Le organizzazioni sindacali esprimono forte preoccupazione per la situazione delle Acciaierie Valbruna di Bolzano, dopo la decisione della Provincia di bandire una gara pubblica per l’assegnazione dei terreni su cui sorge lo stabilimento.

Il bando, emanato nel rispetto della direttiva europea Bolkestein varata nel 2006, ha reso inefficace l’accordo precedentemente sottoscritto tra la Provincia e la famiglia Amenduni, proprietaria delle Acciaierie, che prevedeva il rinnovo automatico trentennale della concessione.


I sindacati ritengono le condizioni del bando – tra cui un canone di affitto di 150 milioni di euro in 50 anni, una condizione sfavorevole per il mantenimento della siderurgia sul sito e tempi insufficienti per l’eventuale smontaggio dell’impianto – “penalizzanti e incerte, tali da mettere a rischio la continuità produttiva e occupazionale”.

Come ribadito in una conferenza stampa congiunta dai segretari dei metalmeccanici Riccardo Conte (Fim Cisl), Marco Bernardoni (Fiom Cgil) e Giuseppe Pelella (Uil Uilm) le ricadute occupazionali sarebbero pesantissime: 580 lavoratori a Bolzano e oltre 1.200 a Vicenza rischiano conseguenze dirette nel caso di chiusura o ridimensionamento del sito altoatesino. Per questo motivo i sindacati hanno chiesto con forza alla Provincia di ritirare immediatamente il bando e di riaprire un confronto costruttivo tra istituzioni, azienda e parti sociali.

Dopo gli incontri con l’assessore Marco Galateo, con il presidente Arno Kompatscher e al Ministero delle Imprese, alla presenza del ministro Adolfo Urso, la posizione delle parti rimane invariata: il governo ha riconosciuto la strategicità del sito e delle produzioni di Valbruna e ha annunciato la possibile applicazione della golden power; tuttavia, la decisione finale resta in capo alla Provincia di Bolzano.

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito che il tempo è scaduto: “I lavoratori non possono più vivere nell’incertezza. Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità – dal dialogo con le istituzioni all’organizzazione di una forte mobilitazione che a Bolzano non si vedeva da quarant’anni – ora chiediamo un solo atto di responsabilità: il ritiro del bando e l’avvio immediato di un tavolo di concertazione per trovare una soluzione condivisa e sostenibile.”

Le parti sociali si sono quindi dichiarate pronte a proseguire il confronto istituzionale, ma annunciano che, in assenza di risposte concrete e tempestive, valuteranno ulteriori iniziative di mobilitazione a tutela dei lavoratori e del futuro industriale di Bolzano.